Alessandria d’Egitto, la Biblioteca!

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Il primo sospettato per la distruzione della biblioteca fu Giulio Cesare che nel “De bello alexandrino ci racconta di come le sue truppe incendiarono il deposito dei papiri vicino al porto. E a proposito degli alessandrini pensiamo a Cleopatra, ai suoi famosi giardini… al suo amore fatale per Antonio.

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Altro indiziato per la scomparsa della biblioteca fu il generale Amir ibn Al As, l’arabo musulmano che conquistò Alessandria nel 642 d.C. convertendo l’Egitto all’islam; ma questa notizia, tramandata da un cristiano, é ritenuta inaffidabile. Quando la cristianità si stava affermando la cultura dominante era quella greca, finché in città non arrivò un predicatore d’eccezione, l’evangelista Marco martirizzato nel 68 d.C. Il suo corpo in epoca musulmana fu trasportato a Venezia nascosto tra la carne di maiale, immonda ai musulmani, così i soldati non controllarono la cesta.

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Con la conquista araba Alessandria, la splendida metropoli greco-romana, cristiano copta, perdeva il suo profilo: i campanili diventavano minareti, le chiese moschee. Fu costruita la moschea Abul Abbas al-Mursi, per custodire la tomba del santo Andalusi Sufi. Sorsero nuovi palazzi smantellando quelli antichi. Scompariva la città raccontata da Plutarco. I mercanti andavano e venivano; dopo le crociate li chiamarono franchi ma erano veneziani, francesi, catalani. Il commercio era un’arma potente. Nel XIII secolo arrivò la peste e la popolazione si ridusse. I turchi mamelucchi  salvarono il Mediterraneo dai Mongoli, imponendo il proprio dominio. Il faro era crollato in seguito a due terribili terremoti, su i suoi resti i mamelucchi costruirono il fortino Qaibay. Il viaggiatore musulmano Ibn Battuta di passaggio da Alessandria aveva visto e descritto il faro: “colossale con una luce visibile a miglia di distanza”. Al suo ritorno nel 1326 il faro era crollato e tutto stava cambiando. Nel 1517 toccò ai turchi ottomani conquistare la città salvandola dalle orde di beduini che la minacciavano dal deserto. Anche Napoleone la voleva, nel giro di una notte riuscì a sottrarla ai turchi, lasciando in eredità importanti influenze culturali. Nell’800 Alessandria aveva perso definitivamente il suo aspetto antico.

aforismidiviaggio Egitto Alessandria 36844Ritornava il benessere, si stava formando la borghesia cittadina, si consolidava una classe intellettuale vivace e attiva in diversi campi culturali; la musica, la scultura, l’architettura, la filmografia e la letteratura. I giornali pubblicati erano di buon livello, la creatività letteraria era supportata dai paesi di riferimento degli stranieri che abitavano in città soprattutto francesi e inglesi. Vivevano ad Alessandria il grande poeta greco Kavafis, l’inglese E.M Foster autore di “Camera con vista” e di una splendida guida della città. L’inglese Lawrence Durrell diede alle stampe il “Quartetto d’Alessandria”. Il poeta Ungaretti era nato ad Alessandria dove vivevano molti italiani. Tutto questo nonostante l’Egitto fosse una provincia ottomana governata da un re semi indipendente fino al 1914 e protettorato inglese fino al 1922. Il re Faruk aveva una reggia estiva ad Alessandria. Quando il generale Gamal Abdel Nasser prese il potere nel 1952 Faruk scappò e Nasser nazionalizzò il canale di Suez. Tutti gli stranieri che vivevano in Egitto dovettero lasciare il paese in un batter d’occhio. Alessandria divenne sonnolenta come scrive il premio Nobel Mahfouz nel suo libro “Miramar”.

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Durante il periodo di Sadat l’Egitto si riprese: il porto d’Alessandria fu potenziato, la bella via Cornice, così francese, tornò ad essere quel bel viale alberato di palme reali che si conosceva. Fu così che si pensò a fine anni ’80 di ricostruire la biblioteca di cui era vivo il ricordo mitico. Fu realizzata nel 2002, modernissima. È un cerchio solare orientato verso il mare, rappresenta il riscatto del suo glorioso passato. Attraversando le sale di lettura, percorrendo la passerella in cristallo e acciaio si accede all’università. Molte critiche però vennero dal mondo culturale. Per l’Egitto, una nazione a basso livello scolare, spendere 220 milioni di $ per un’opera architettonica e non per la scuola è stato ritenuto un azzardo non accettabile. La biblioteca resta comunque un’opera che favorisce la cultura internazionale e il turismo. (foto e testi di Gabriella Pittari)

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LEGGI PRIMA PARTE ALESSANDRIA L'OASI DI SIWA

Costantinos Kavafis, il poeta di Alessandria "Tomba di Ignazio 1917"

….a tutti erano noti

I miei palazzi splendidi,

I miei giardini, i miei cocchi, i miei cavalli,

I gioielli, le sete che mi coprivano…

Di tutto tabula rasa!

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