Moldova ancora lontana, pur così vicina.

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Alla scoperta del valore dell'autenticità nel paese meno conosciuto d'Europa

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 Moldavia, o meglio Repubblica di Moldova, come si chiama dopo la sua indipendenza dall’URSS nel 1991: una destinazione definita da più parti “emergente”, ultimo baluardo inesplorato del vecchio continente, meta ancora sconosciuta al turismo di massa che ha tantissimo da offrire in termini di autenticità, accoglienza, bellezza. L'imbarazzo che provo prima di partire per non saperne quasi nulla è uguale e contrario alla grande curiosità che una meta così “segreta” nel cuore dell'Europa riesce a suscitarmi.

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Destinazione lontana e per certi versi “esotica”, ma nello stesso tempo incredibilmente vicina: il volo diretto di circa due ore dall'Italia è così breve che quasi non me ne accorgo, forse proprio grazie alla “distanza percepita” tra la Moldova e il nostro paese. Arrivo a Chişinău, la capitale: vi atterrano varie compagnie tra cui Air Moldova, che dall’Italia gestisce voli diretti da 7 città (Roma, Milano, Torino, Firenze, Venezia, Verona, Bologna). Chişinău merita una visita per prendere contatto con la ricchezza culturale della Moldova: una mescolanza di stili religioni e culture che convivono armoniosamente. Grandi viali, imponenti palazzoni in stile “soviet”, l'imponente cattedrale ortodossa con i suoi interni dorati che lasciano a bocca aperta e il cimitero ebraico più grande d'Europa. Percorro la città a piedi per assaporarne i ritmi lenti, e questo incredibile melting pot storico, religioso e culturale mi fa piacevolmente “girare la testa” abbassando la mia percezione delle coordinate spazio-temporali. Torno a contatto con la realtà del momento attuale solo quando mi immergo nella concretezza multicolore del mercato dell'artigianato tra magnifici tappeti e tessuti ricamati, cimeli del regime sovietico per nostalgici, vasi in terracotta e gioielli artigianali. Da non perdere anche Piaţa Centrală, mercato enogastrinomico dove si possono acquistare prodotti locali di tutti i tipi: noci, miele, frutta disidratata o sotto spirito, cioccolato, i rinomati vini dei numerosi produttori del paese di cui la Moldova va molto fiera, spezie, erbe aromatiche e molto altro.

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L’atmosfera cambia quando esco da Chişinău, e le mie aspettative non vengono deluse: è proprio esplorando i piccoli villaggi rurali come Butuceni, Trebujeni, Clisova Noua che si può respirare l'autentica atmosfera della Moldova di cui mi avevano parlato. Mi pare di leggere un'antica saggezza nei sorrisi aperti delle persone che incontro: sono sinceramente ospitali ed aprono senza inutili imbarazzi la porta di casa, orgogliosi di far conoscere a chi viene da lontano la ricchezza delle loro tradizioni, del loro artigianato e della loro tavola. La natura è qualcosa di inaspettato, stupefacente quando ci si sofferma ad ammirarla ma talmente presente da diventare quasi un motivo di fondo: a volte delicata e accogliente in un susseguirsi di boschi di aforismidiviaggio Moldova Mapfaggio, rovere, ciliegi, noci e acacie, di colline e campi coltivati, altre volte imponente come nel paesaggio mistico dell’antica Orheiul-Vechi, monumento naturale e archeologico a 60 chilometri da Chisinau, con il suo monastero scavato nella roccia dove tuttora vive e prega un monaco eremita. Un altro inaspettato cambio di prospettiva, quasi un viaggio all'indietro nel tempo, è la visita alla Repubblica di Transnistria e alla sua capitale Tiraspol. Non riconosciuta dalla comunità internazionale, vi entro con cautela come raccomanda la Farnesina, con passaporto e un visto di 10 ore. La lingua ufficiale è il russo e si fanno acquisti con il rublo della Transnistria. Un piccolo territorio nel quale mi pare ancora di riuscire, come non avrei creduto possibile, a “respirare” la forza evocativa e cupa della simbologia sovietica. Un altro dei motivi per visitare la Moldova è sicuramente il ricco panorama di produttori vitivinicoli che il paese offre: sono oltre un centinaio le aziende che producono vini di qualità coltivando varietà internazionali e vitigni autoctoni in grado di resistere fino a -30°: Rara Negra, Rara Alba, Feteasca e Viorica. Il mio tour inizia da Milestii Mici , una vera e propria città del vino scavata nella roccia calcarea con gallerie sotterranee che si snodano per oltre 200 chilometri, riconosciuta dal Guinness World Record come la collezione di bottiglie di vino più grande del pianeta. Memorabile l'esperienza di Cricova  altra cantina sotterranea visitabile in trenino. Dai sapori quasi fiabeschi nella loro atmosfera di regalità le visite a Chateau Purcari con il suo “Negru” tanto amato da Elisabetta II d'Inghilterra, e all’antico Castel Mimì costruito nel XIX secolo da Costantin Mimì governatore della Bessarabia (questo l’antico nome di un territorio che comprendeva Moldavia e Romania) realizzato a guisa dei castelli francesi, con scalinate scenografiche, giardini e fontane musicali.

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Ho visitato il paese ad autunno inoltrato, con il clima ancora mite e i colori accessi della natura: dai toni caldi dall’arancio al rosso intenso delle foglie, alle case rurali colorate di azzurro e verde, è stata una sorpresa cromatica continua. Ma se si esclude il cuore dell'inverno con temperature molto rigide, tutti i momenti dell'anno sono buoni per visitare la Moldova. Grazie ai rapidi collegamenti aerei diretti, si può pianificare una visita della durata di un week-end lungo, ma senza dubbio la Moldova racchiude in sé così tante atmosfere, paesaggi e storie che val la pena dedicarle almeno una settimana, per scoprire che un mondo rurale fatto di accoglienza genuina e di paesaggi naturali intatti esiste ancora, nel cuore dell'Europa.

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